Citazioni di George Herbert Mead

La società è unità nella diversità.


L’uomo vive in un mondo di significati.


Una personalità multipla è in un certo senso normale.


Nessuno è sempre stupido, ma ognuno è talvolta stupido.


L’intelligenza delle specie animali più semplici non richiede un “sé”.


Il ritardo nella reazione è necessario per il comportamento intelligente.


Non è possibile tracciare un confine tra la psicologia sociale e quella individuale.


Il “sé” ha la caratteristica che è visto come un oggetto da se stesso, e quella caratteristica lo distingue da altri oggetti e dal corpo.


La psicologia sociale si interessa specialmente dell’effetto che il gruppo sociale ha nel determinare le esperienze e il comportamento dell’individuo.


Il comportamento intelligente è essenzialmente un processo di selezione tra varie alternative; l’intelligenza è soprattutto una questione di selettività.


È nella forma dell’altro generalizzato che il processo sociale influenza il comportamento degli individui coinvolti in esso e che lo realizzano; in altre parole, che la comunità esercita controllo sulla condotta dei suoi singoli membri.


Wundt cercò nel sistema nervoso dei centri responsabili dell’unità di azione della persona, ma non riuscì ad isolarne alcuno. L’unità del comportamento è un’unità di integrazione, ma il modo in cui tale integrazione tra le diverse parti avviene è per noi sconosciuto.


Il comportamento di un individuo può essere compreso solo nei termini del comportamento dell’intero gruppo sociale di cui è membro, dal momento che i suoi atti individuali sono implicati in atti sociali più grandi, che vanno al di là di se stesso e che coinvolgono gli altri membri di quel gruppo.


Nel nostro approccio, la mente si forma quando l’organismo diventa capace di indicare significati a se stesso e agli altri. È a questo punto che la mente appare, o “emerge” … È  assurdo vedere la mente semplicemente come il punto di vista di un organismo umano; perché sebbene sia focalizzata nell’organismo, essa è essenzialmente un fenomeno sociale; perfino le sue funzioni biologiche sono primariamente sociali.


Ma in una competizione, in cui sono coinvolte un certo numero di persone, il bambino assumendo un ruolo deve essere pronto ad assumere il ruolo di tutti gli altri. Se gioca in una squadra di baseball, egli deve conoscere tutte le risposte di ciascuna posizione relativamente alla propria posizione. Egli deve sapere quello che tutti faranno per poter svolgere il proprio gioco. Egli deve essere cosciente di tutti questi ruoli. Certo non di tutti questi ruoli deve essere cosciente allo stesso tempo, ma in alcuni momenti egli deve essere pronto ad avere presenti a se stesso tre o quattro individui, quello che sta per lanciare la palla, quello che sta per prenderla e così via. Queste risposte devono essere, in qualche misura, presenti nel suo proprio essere. Nel gioco di squadra, quindi, c’è una serie di risposte di altri organizzata in modo che l’atteggiamento di uno innesca l’atteggiamento appropriato degli altri.