Il ruolo dell’io cosciente

Premessa: ciò che segue non descrive quello che normalmente avviene nella mente umana (infatti avviene normalmente tutt'altro), ma ciò che io considero salutare e auspicabile, ovvero un ideale di saggezza.

L'io (inteso come io cosciente) non è il padrone della vita della persona (intesa come l'insieme di corpo e mente o psiche) ma il suo servitore e aiutante. Esso non può e non deve decidere liberamente cosa fare della "sua" persona o cosa farle fare, ma le sue decisioni devono essere prese per il bene e l'interesse di essa, ovvero per soddisfare i suoi bisogni e le sue richieste, che sono espressione della sua natura.

L'io deve mettersi al servizio della persona che lo ospita. La persona comunica con il suo io e gli segnala i suoi bisogni e le sue richieste attraverso i sentimenti e le emozioni (che includono piacere, dolore, desideri, paure, attrazioni, repulsioni, amore, odio ecc.). Perciò l'io deve essere sempre in ascolto di questi e fare il possibile per soddisfarli, così come deve cercare di soddisfare gli enti esterni da cui dipende la vita la della sua persona, ovvero le altre persone e l'ambiente naturale.

L'io può e deve anche comandare se stesso e gli altri, ma deve farlo soltanto per obbedire alla sua natura interna e a quella esterna, che sono inseparabili ed in continua interazione, così come lo stesso io è in continua interazione con il resto della mente, della psiche e della persona, che sono inseparabili.

La conoscenza e la ragione debbono aiutare l'io a stabilire priorità e scegliere, momento per momento, a chi obbedire, chi servire, chi ascoltare, chi seguire, chi ignorare, a chi ribellarsi e chi combattere per il bene della persona e delle persone e cose da cui essa dipende.


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