Bisogni, desideri, motivazioni

Vita, geni e bisogni

Come accennato nell’Introduzione, io considero i bisogni (e le dinamiche di soddisfazione che li riguardano) essenziali per la generazione e il mantenimento della vita degli organismi e delle relative specie.

Infatti, come Richard Dawkins insegna, alla radice del comportamento di ogni essere vivente, vi è la necessità dei suoi geni di riprodursi usando i mezzi e le strategie che essi hanno sviluppato nel corso dell’evoluzione e che sono codificati nel DNA della specie che li veicola. In tal senso gli organismi possono essere considerati replicatori di geni e ogni specie una peculiare strategia di riproduzione.

A partire dalla fondamentale esigenza di riprodursi da parte dei geni, suppongo che siano emersi, nel corso dell’evoluzione i vari bisogni degli organismi e dei loro organi, ovvero i meccanismi che spingono l’organismo (e l’io cosciente nell’uomo) a procurarsi, quando occorre, ciò che è necessario per garantire la propria sopravvivenza come individui, e la conservazione della propria specie.

Il “quando occorre” è determinato da meccanismi omeostatici che negli animali superiori sono collegati al piacere e al dolore nelle loro varie forme, come insegna Antonio Damasio.

I meccanismi omeostatici e i bisogni a cui essi sono collegati servono a gestire la conservazione dell’organo interessato o dell’intero organismo attraverso opportuni cambiamenti interni o esterni. Infatti ogni organo, per funzionare, ha bisogno di trovarsi in un certo stato biochimico compreso tra due quantità limite, al di sotto e al di sopra delle quali esso cessa di funzionare correttamente o muore. Quando lo stato dell’organo si avvicina ad una delle quantità limite, si attivano processi atti a riportare lo stato dell’organo verso la posizione ottimale, cioè quella mediana tra i due limiti.

Tali processi possono necessitare una certa collaborazione con altri organi e dar luogo a cambiamenti nel comportamento dell’organismo tali da favorire il ritorno ad uno stato sano dell’organo che ha richiesto l’intervento di ripristino del suo stato ottimale.

In tal senso, la mente, sollecitata da richieste generate da certi organi, può essere lo strumento attraverso il quale vengono decise e attuate azioni atte a soddisfare le richieste stesse. L’esempio più banale di tali meccanismi è quello della fame, che spinge la mente a trovare una soluzione per procurare il cibo al corpo, soluzione che potrebbe richiedere un’azione, ovvero un cambiamento temporaneo o permanente, nel comportamento della persona. A volte, quindi, l’organismo ha bisogno di cambiare qualcosa per conservarsi. In altre parole, un bisogno richiede sempre qualche cambiamento più o meno grande, anche solo per riportare l’organismo ad uno stato precedente.

Io chiamo bisogni primari i meccanismi omeostatici geneticamente determinati, e bisogni secondari quelli che si sviluppano nel corso della vita di un organismo come mezzi o strategie per soddisfare quelli primari.

Tutti i bisogni (sia primari che secondari) sono funzionalmente ordinati nel senso che ogni bisogno ha il compito di soddisfare uno o più bisogni di ordine superiore e viene a sua volta soddisfatto attraverso la soddisfazione di uno o più bisogni subordinati. In altre parole, ogni bisogno non è fine a se stesso, ma serve altri bisogni ed è servito da ulteriori bisogni, in una rete funzionale che si sviluppa a partire dal bisogno primordiale di ogni forma vivente, che è quello dei suoi geni, di riprodursi.

Terminologia e classificazione dei bisogni e dei loro derivati

Il termine bisogno, nell’uso comune, può avere diversi significati più o meno ampi e quasi sempre legati a situazioni di disagio o mancanza di cui la persona è più o meno consapevole. Inoltre, al concetto di bisogno viene spesso contrapposto, per differenza, quello di desiderio. Meno usati ma comunque rilevanti sono pure i concetti di motivazione, esigenza, pulsione, voglia, attrazione, passione, interesse, istinto, volontà, ecc.

Nella mia concezione, il bisogno rappresenta una mancanza che se non viene soddisfatta (o riempita) provoca la disfunzione, la malattia o la morte di un organo o di un intero organismo (inteso come sistema di organi). In tal senso, il bisogno è la richiesta di un certo cambiamento di stato o dell’acquisizione di elementi (materiali o immateriali) che possono provocare il cambiamento di cui si ha bisogno.

Se la richiesta di cambiamento implica l’ottenimento di qualcosa, allora parliamo di bisogno positivo, bisogno di ottenimento o bisogno tout-court. Se invece la richiesta implica l’eliminazione, l’allontanamento o l’evitamento di qualcosa, allora parliamo di bisogno negativo, bisogno di evitamento o rigetto.

Nel seguito userò le espressioni opposte bisogno e rigetto per indicare, rispettivamente, bisogno di ottenimento e bisogno di evitamento. Tuttavia, ove non meglio specificato, il termine bisogno tout-court comprende nel seguito sia i bisogni di ottenimento che quelli di evitamento.

Per quanto riguarda il concetto di desiderio, io lo definisco come sentimento di una mancanza che, se non viene soddisfatta, dà luogo a uno sgradevole sentimento di frustrazione più o meno intenso, ma senza conseguenze importanti per la salute.

Per quanto riguarda il concetto di motivazione, io lo definisco come la classe a cui appartengono tutti i fenomeni di richiesta o ricerca di un cambiamento (sia innovativo che conservativo), classe a cui appartengono i concetti di bisogno, desiderio, pulsione, esigenza, necessità, attrazione, speranza, voglia, volontà ecc., e quelli negativi come repulsione, richiesta di evitamento, allergia, paura, terrore ecc.

Abbiamo visto sopra che i bisogni hanno una funzione vitale. Per quanto riguarda gli altri tipi motivazione, e in particolare i desideri, io penso che essi siano tutti derivati dai bisogni, ovvero che siano espressioni dei bisogni stessi. Infatti, se una persona desidera una certa cosa, non credo che l’oggetto del desiderio, né il meccanismo di attrazione sia casuale, ovvero sono certo che esiste un motivo o una logica per cui un desiderio si forma e si manifesta, e suppongo che ogni desiderio costituisca un tentativo (come altri) di soddisfare un bisogno sottostante. In altre parole, attraverso la soddisfazione di un desiderio viene anche soddisfatto un bisogno, almeno in parte e per un tempo più o meno lungo.

Nota: Per semplicità, quando uso il termine “bisogno” senza precisazioni, per esso intendo “motivazione”, includendo quindi anche “desiderio” e altri derivati dei bisogni.

E’ interessante osservare il legame che può esserci tra il concetto di bisogno e quello di sentimento. Infatti, molti bisogni sono associati a sentimenti (per esempio, la paura e la repulsione sono sentimenti normalmente associati a bisogni o desideri di evitamento).

A tale proposito, ritengo che il sentimento sia la misura e il segnale del grado di soddisfazione di uno o più bisogni. Vale a dire che il piacere (nelle sue varie forme, tra cui la gioia) scaturisce dalla soddisfazione di un bisogno, e il dolore fisico (come pure la sofferenza mentale) dalla sua insoddisfazione. Possiamo di conseguenza ipotizzare che senza i bisogni non ci sarebbero sentimenti, né emozioni, né piaceri, né dolori, né gioie, né tristezze, e forse non ci sarebbe nemmeno la coscienza.

Prima di addentrarci in una classificazione dei bisogni, occorre considerare che, mentre i bisogni primari sono per definizione “sani”, cioè si sono sviluppati nella filogenesi della nostra specie per favorire la sopravvivenza e la riproduzione dei nostri organismi, i bisogni secondari (indotti o autoindotti a causa dell’influenza della cultura e dell’apprendimento) possono essere più o meno sani o malati, ovvero più o meno utili o controproducenti. Infatti non credo ci sia bisogno di dimostrare che ogni cultura e ogni educazione possano avere effetti psicopatologici e dolorosi su certi individui.

Di conseguenza, quando si afferma l’importanza della soddisfazione dei bisogni per il benessere psicofisico della persona, occorre riferirsi ai bisogni sani.

Classificazione dei bisogni umani

Per comodità di analisi, ho diviso i bisogni umani nelle seguenti sei classi. Il concetto di bisogno è qui inteso in senso lato e comprende istinto, desiderio, passione, interesse, attrazione, pulsione, motivazione, speranza ecc. e i corrispondenti rigetti, ovvero i bisogni di evitamento di ciò che si oppone alla soddisfazione dei primi.

  Bisogni biologici

Riguardano: vita, salute, sopravvivenza, sessualità, riparo, nutrizione, protezione e allevamento della prole, stimolazione, sensazioni, riposo, sonno, esercizio fisico, igiene, guarigione dalle malattie ecc.

  Bisogni di comunità

Riguardano: comunità, cooperazione, appartenenza e integrazione sociale, imitazione, condivisione, alleanza, affiliazione, solidarietà, affinità, intimità, interazione, partecipazione, servizio, accettazione, approvazione, accoglienza, rispetto, moralità, ritualità, dignità, reputazione, responsabilità ecc.

  Bisogni di libertà

Riguardano: libertà, individuazione, diversità, ribellione, opposizione, trasgressione, novità, innovazione, creatività, cambiamento, umorismo, egoismo, riservatezza, irresponsabilità ecc.

  Bisogni di potenza

Riguardano: potenza, competizione, potere, abilità, capacità, supremazia, superiorità, prevalenza, dominio, proprietà, possesso, competitività, aggressività, controllo, arroganza, gelosia, invidia ecc.

  Bisogni di conoscenza

Riguardano: conoscenza, linguaggio, cognizione, comprensione, esplorazione, calcolo, misurazione, informazione, osservazione, sorveglianza, curiosità, previsione, progresso, memoria, registrazione, documentazione ecc.

  Bisogni di bellezza

Riguardano: bellezza, armonia, semplicità, uniformità, conformità, pulizia, simmetria, sincronismo, regolarità, purezza, ritmo, danza, canto, suono, musica, poesia, estetica, incanto ecc.

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Alle sei classi sopra elencate ne ho aggiunta una che riguarda tutte le altre nel senso che mira ad una coerenza tra di esse, ovvero ad evitare e superare i conflitti tra bisogni:

  Bisogni di coerenza

Riguardano: coerenza, non contraddizione, concordanza, conciliazione, unità, sintesi, sinergia, armonia, ordine ecc. tra bisogni. Riguardano inoltre la percezione del “senso” dell’esistenza.

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Per ognuna delle classi sopra elencate suppongo che esistano uno o più agenti mentali che si occupano della soddisfazione dei relativi bisogni in modo autonomo, inconscio e involontario rispetto all’io cosciente. Su questo tema si veda il capitolo Agenti mentali.

La figura seguente è una rappresentazione allegorica delle classi di bisogni sopra definite, in cui si allude alla relazione tra bisogni e sentimenti (piacere e dolore), e al fatto che i bisogni inducono l’uomo ad interagire con il mondo esterno, e in particolare con altri esseri umani, per soddisfare i bisogni stessi e garantire in tal modo la vita e la stabilità dell’individuo oltre alla conservazione della sua specie.

La figura seguente illustra metaforicamente il fatto che, per ogni classe di bisogni, esiste un meccanismo omeostatico che, a partire dalla “misura” della soddisfazione dei bisogni stessi, genera motivazioni e sentimenti atti a portare il grado di soddisfazione dei bisogni a livelli ottimali per quanto possibile.

Prossimo capitolo: Libero arbitrio.